Bar cardioprotetto: l’intervista a Mirko Damasco

Bar cardioprotetto: l’intervista a Mirko Damasco

Four S.r.l. ha lanciato alla fine del 2017 il progetto “Bar cardioprotetto“, ma è nel 2018 che vuole puntare forte sulla protezione dei locali pubblici. Per spiegare questo nuovo progetto, abbiamo intervistato Mirko Damasco, Ceo di Four ma anche presidente di Salvagente Italia. Queste le sue tre risposte.

Mirko, sei con la Madia Travelfood e lo chef Picchiotti l’ideatore di “Sicurezza a tavola“. Perché lavorare anche sui bar cardioprotetti?

Partiamo da un presupposto: ogni luogo dovrebbe avere un defibrillatore. Tuttavia ci sono zone più sensibili, e sicuramente i luoghi in cui abbiamo un grande accesso di pubblico sono da preferire nell’ambito della cardio protezione. Ai bar non aveva mai pensato nessuno, eppure sono luoghi in cui tantissime persone si recano: molti anziani, e molti mangiano. Inoltre, i dati ci dicono che sono molti i malori che si verificano nei bar. Per questo è necessario che anche questi luoghi siano protetti.

Quali sono i maggiori pericoli riguardo al cibo che si serve al bar?

Per quanto riguarda i bambini, sicuramente i pericoli sono i soliti, quelli che indichiamo sempre: prosciutto crudo, mozzarelle, wurstel o cibo non tagliato in maniera corretta. Per gli adulti o gli anziani non ci sono particolari pericoli legati al cibo, quanto alla mancata preparazione del personale in caso di soffocamento. Sono ancora pochissimi, infatti, i titolari di bar provvisti di un’adeguata formazione in caso d’emergenza.

Un defibrillatore in ogni bar potrebbe quindi fare la differenza? 

Sicuramente sì. Sappiamo che la presenza di un defibrillatore unita a personale addestrato alle manovre di rianimazione può portare la sopravvivenza in caso di arresto cardiaco fino al 75%, come dimostra questa storia. Immaginiamo quante persone potremmo salvare.

Per informazioni sul progetto “bar cardioprotetto“, sull’acquisto o neleggio di defibrillatori o sui corsi BLSD, contattaci.