Four Srl è, al fianco di Salvagente Italia, in prima linea nella battaglia per i ristoranti cardioprotetti, grazie al progetto “Sicurezza a tavola”. Ma si sta battendo anche per la protezione dei bar, i locali pubblici più diffusi in Italia (sono quasi 150.000, secondo i dati Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi): per questo è nato il progetto “bar cardioprotetto“. Abbiamo individuato almeno cinque ottime ragioni per cui i bar dovrebbero dotarsi di un defibrillatore (e fare la relativa formazione).
- I bar sono sempre molto frequentati e non si possono conoscere le condizioni di salute dei consumatori. Cercando “infarto bar” su Google (purtroppo) si ottengono quasi mezzo milione di risultati. Per fortuna si trovano anche notizie positive, come “Ha un infarto al bar, 60enne salvato con il defibrillatore da un meccanico”.
- I bar sono i locali pubblici per eccellenza, solitamente molto frequentati anche da inquilini e lavoratori dei dintorni. Sapere che un locale dispone di defibrillatore, e di personale non medico che sappia usarlo, è una garanzia per tutto il quartiere.
- I defibrillatori di nuova concezione di chiamano DAE, perché sono semiautomatici: fanno tutto da soli, si sostituiscono ai medici. Per esempio effettuano l’analisi del tracciato ECG per rilevare aritmie letali e sono pronti a intervenire in otto secondi.
- Dotarsi di defibrillatore comporta uno sconto sul premio INAIL (anche del 28%!) per tutte quelle aziende in regola con la formazione sulla sicurezza sul lavoro. Questo vale per i bar più grandi. Per maggiori informazioni sul modello OT24 visita il sito dell’INAIL.
- La reputazione di un bar, dove chi entra sa di essere coccolato con un buon caffè, un cappuccino o un caldo croissant, ma anche di essere protetto da personale formato ad intervenire prontamente in caso di bisogno!
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